Gennaio 2004

dal dott. Ercolano Manfrini riceviamo…

Impressioni dallo Zambia ,

Era  dal 98’ che non riassaporavo più l’atmosfera africana  e come d’incanto, appena toccato piede al suolo zambiano, come in  una concatenazione di eventi che parte da un semplice stimolo olfattivo, anche i ricordi  più lontani ,  sono stati recuperati con intensa emozione.

 

 

Bambini zambiani

Gennaio 2004

dal dott. Ercolano Manfrini riceviamo…

Impressioni dallo Zambia ,

Era  dal 98’ che non riassaporavo più l’atmosfera africana  e come d’incanto, appena toccato piede al suolo zambiano, come in  una concatenazione di eventi che parte da un semplice stimolo olfattivo, anche i ricordi  più lontani ,  sono stati recuperati con intensa emozione.

L’odore era quello della vegetazione africana, della savana , della pioggia che bagna il suolo che per lungo tempo l’ ha attesa . In cambio, la terra per gratitudine ,  fa sbocciare d’ improvviso la vegetazione. Eravamo io, Massimo  ( un mio amico alla sua prima esperienza africana ) che mi ha aiutato ed accompagnato nel percorso, e Giovanni  fotografo, in procinto di immortalare con un libro le immagini dalle missioni. Dopo una breve sosta a Lusaka , ci siamo spinti in autobus sino alle missioni del Copperbelt. Attraversando la capitale mi sono subito reso conto di quanto, in pochi anni,  essa abbia cambiato  il suo aspetto : c’è più ordine e pulizia mentre bei  supermercati  sono sorti nel frattempo, migliorando così i servizi alla gente. Al nord ho rivisto molte delle missioni che avevo toccato nel 98′ : a Mischikishi e’ giunta l’ elettricità e l’ospedale ora , almeno potenzialmente, potrebbe beneficiare di strumenti come l’ ecografo ed l’ elettrocardiografo . E’ stata proprio una bella constatazione quella di vedere che la gente potrebbe ora migliorare la sua qualità  di vita . Tuttavia non sempre ad un passo compiuto dal progresso , corrisponde maggior benessere e miglior tenore di vita. In ospedale a Mischikishi c’era un paziente isolato per colera e a Lusaka ci sono stati 800 morti per la stessa malattia , a significare che l’educazione all’igiene e molti altri problemi inerenti alla salute sono ancora lontani dall’ essere risolti. In quell’ospedale l’ONG italiana UMMI ha terminato il suo progetto , ed ora non ci sono più medici a prestare il proprio servizio . Gli infermieri e il tecnico di laboratorio , Bernard mi hanno rivolto parole commoventi e di supplica implorandomi a rimanere .In questo momento la gente malata e’ costretta a far riferimento all’ospedale di città ,ove è consapevole che spesso non risolverà i propri mali. Era nostro compito  quello di visionare l’ ospedale di Kabompo , nella lontana provincia  a Nord Ovest dello Zambia , che versa in misere  condizioni : scarseggiano i medicinali,  sussiste un generale declino delle strutture: la sala chirurgica  al momento non possiede un tavolo operatorio funzionale, nè la strumentazione necessaria per l’ anestesia, nè persino le barelle per il trasporto degli ammalati. La sala radiologica  è carente di tutto ciò necessario ad un suo buon funzionamento. Il direttore dell’ ospedale e il Dott Muya, unico medico  a disposizione per 80000 abitanti sparsi nell’ area, ci hanno accolto come una manna dal cielo sperando di poter ricevere così aiuti dalla Caritas di Padova, alla quale indirizzerò un progetto di riabilitazione e sostegno all’ ospedale per un periodo di 10 anni . Nei villaggi intorno all’ospedale , storie di povertà, di solitudine e di abbandono come del resto un pò dappertutto in Zambia. Gli orfani di mamme morte di Aids sono sempre più numerosi e questo, è al momento, il problema più grave. La tubercolosi , malattia la cui incidenza è aumentata in questi ultimi anni in concomitanza con l’ Aids , ha portato al frequente isolamento di individui che così  vengono esclusi nei villaggi. La funzione dei centri nutrizionali ( ad opera di organismi internazionali e nazionali , tra i quali la Papa Giovanni XXIII, ed il nostro Liberato Zambia 2001 grazie  al vostro aiuto ) è proprio quella di dare supporto alimentare e sostegno alle famiglie più disagiate e con  orfani a carico. Ciò che per me è stato gratificante, è l’ aver constatato che gli sforzi di tutti coloro che hanno dato il proprio aiuto, con qualsiasi mezzo,da casa o in loco, hanno portato  i frutti desiderati. E’ grazie ai  vaccini ed ai frigoriferi ,ora presenti in ospedali anche molto piccoli, ed a tutti i supporti in campo sanitario che ora non si verificano più casi di polio da qualche anno. Con estremo piacere ho visto i bimbi giocare difronte ad una bella ed ospitale scuoletta, nella missione di Santa Maria  costruita (con un  contributo derivante dai proventi del mio matrimonio celebrato in quella missione, e quello di tanti marchigiani ) grazie agli sforsi di padre Max che  ha saputo raccogliere fondi , durante i suoi 15 anni di presenza . E ancora, l’ ospedale ortopedico Italo Zambiano a Lusaka : costruito da alcune fondazioni con i contributi della gente, e grazie agli sforzi del Prof Grisostomi,  apporta tanto beneficio alla popolazione della capitale e dell’ area . E’ un altro esempio di incitamento a  quanti dubitano,ed esitano increduli, temendo per il destino delle proprie  donazioni.

Tutti noi possiamo aiutare la Provvidenza a fare il suo corso.

Ercolano Manfrini, medico volontario.