Situazione geo-politica in Zambia

 

INFORMAZIONI SULLA POLITICA DELLO ZAMBIA

Link utili

http://it.peacereporter.net/mappamondo/paese/36

http://www.viaggiaresicuri.it/?zambia

http://wwwnc.cdc.gov/travel/destinations/traveler/none/zambia

Il 2001 è stato segnato dai sussulti dovuti alle elezioni presidenziali di dicembre. Frederick Chiluba, presidente uscente e leader del MMD (movimento per la democrazia multipartitica) ha deciso di abbandonare l’idea di far modificare la costituzione per potersi candidare la terza volta, ma ha fatto di tutto per controllare la sua successione. Il nuovo Capo di Stato, Levy Mwanawasa, entrato in carica il 2 gennaio 2002, era, in effetti, uno dei suoi fedeli. Lo scrutinio è stato viziato da numerose irregolarità e dichiarato illegittimo da un rapporto di osservazione dell’Unione Europea del febbraio 2002:l’avversario principale di Mwanawasa, Anderson Mazoka, avrebbe vinto con più del 30% dei suffragi, mentre la Corte Suprema ha dichiarato il primo vincitore col 29,16% dei suffragi contro il 27,15% del secondo. Nel corso del 2001 la situazione economica del paese è stata particolarmente difficile. Forti inondazioni hanno distrutto il raccolto di migliaia di ettari, minacciando la carestia di centinaia di persone e abbattendosi su una popolazione della quale più del 80% vive al di sotto della soglia della povertà. I donatori occidentali nono si sono dimostrati contrari a fornire sussidi. La privatizzazione del settore minerario ha messo in evidenza l’incuria del governo che, dopo aver accelerato il processo, lo ha bruscamente rallentato a metà 2001, in seguito ha gravi accuse di corruzione. Quanto al debito estero (lo Zambia è indebitato per il 7,5 miliardi di dollari), numerosi sono gli abusi constatati regolarmente nel paese e riguardanti la gestione dei fondi di soccorso per l’alleggerimento del debito (PPTE – fondo per i paesi poveri molto indebitati), destinati in particolare alle zone rurali. Mark Eilyne, rappresentante del Fondo Monetario Internazionale in Zambia, era molto inquieto per la frequenza dei furti dai fondi PPTE e per la mancanza di responsabilità e di trasparenza nel loro impegno. Nel quadro PPTE lo Zambia ha ricevuto circa 750 milioni di dollari, ma, alla fine di ogni anno di bilancio, non ha mai rappresentato il rapporto richiesto. Jubilee-Zambia, associazione promossa dal centro di riflessione teologico dei gesuiti per la soppressione totale del debito, insisté perché i fondi PPTE vengano effettivamente utilizzati a vantaggio dei poveri e non vadano dispersi attraverso i canali della corruzione. L’iniziativa PPTE, aggiungono, è sicuramente vantaggiosa per il paese: lo Zambia ha pagato 116,5 milioni per interessi sul debito, invece dei 606 che avrebbe dovuto pagare senza l’assistenza del PPTE. Tuttavia notano, l’iniziativa PPTE non interviene sulle cause principali dell’indebitamento (le condizioni ingiuste del commercio internazionale e i sussidi dei paesi occidentali alle loro agricolture, che privano i prodotti zambiani di competitività). Urgono pertanto riforme strutturali e politiche nei paesi industrializzati, per consentire allo Zambia e all’intero Sud del mondo di esportare i loro prodotti.

Z A M B I A: elezioni e relazioni con la Cina

Minatori in Zambia

Minatori in Zambia

In ottobre è stata arrestata, con 4 capi d’accusa, Regina Chiluba, la moglie dell’ex leader Frederick Chiluba, che ha governato lo Zambia per 10 anni, fino al 2001, anno in cui si è ritirato. L’ex presidente è accusato di aver rubato milioni di dollari in fondi statali assieme a diversi ufficiali. Come segnalava “Peace Reporter”, sua moglie (le cui proprietà sono state confiscate dalla polizia) è accusata di aver ricevuto un’ingente somma di fondi statali da Chiluba, quando lei era la sua amante e lui il presidente in carica. Alcune considerazioni meritano le relazioni con la Cina. Quando si parla dell’amicizia tradizionale fra la Cina e l’Africa, la memoria va immediatamente alla linea ferroviaria che unisce Tanzania e Zambia, costruita in sei anni con l’assistenza (tecniche, impianti, manodopera e crediti senza interessi) del governo e del popolo cinese negli ani 1970. Tale ferrovia non solo ha portato a termine la missione storica a sostegno del movimento di liberazione nazionale dei paesi dell’Africa meridionale, ma ha anche contribuito allo sviluppo dell’economia nazionale di molti paesi africani, inclusi Tanzania e Zambia. “Dopo la sua costruzione non solo sono state costruite molte fabbriche, tra cui una cartiera ed un cementificio”, dichiarava l’ingegnere generale tanzaniano Robert Mona, “ma si sono anche formati molti villaggi”. Per la sua costruzione ed il successivo mantenimento, la Cina ha inviato 50.000 ingegneri e tecnici.

Oltre alla ferrovia Tanzania-Zambia, nel corso degli anni i rapporti di collaborazione fra la Cina ed i paesi africani sono diventati sempre più numerosi. In Zambia il 28 settembre scorso si sono tenute le elezioni presidenziali ed il presidente uscente, Levy Mwanawasa, è stato riconfermato per un nuovo mandato. Tali elezioni hanno avuto come tema dominante la crescente influenza e presenza cinese in Zambia. La Cina sta investendo massicciamente nel paese del rame (approfittando anche dei vecchi legami politici dei tempi del Movimento dei non allineati, quando il presidente era K.Kaunda) (ricordava Claudio Landi su lettera 22), oltre 300 milioni di dollari, circa 160 imprese e più di 10.000 zambiani che lavorano in interessi cinesi. Tale presenza ha iniziato a creare problemi sociali non indifferenti, come è risultato in tutta evidenza nella campagna elettorale, nella quale il presidente uscente ha battuto, ma per pochissimo, un candidato, Neo Simutany, che si presentava con un’agenda decisamente anticinese.

 

Anche se Neo Simutany ha perso, ha comunque preso più voti in due regioni molto significative dello Zambia: la capitale Lusaka e la cosiddetta Copperbelt, la zona nella quale ci sono i maggiori giacimenti di rame nel paese: “Gli investimenti cinesi”, dichiarava lo sconfitto, “non aggiungono valore, non ci può essere un rapporto unidirezionale. Questa nazione è degli zambiani”. Il sindacato, la Federazione delle libere Trade Unions, sostiene la posizione di Neo, mentre Mwanawasa continua a difendere i rapporti ed i capitali cinesi: la società zambiana è per lo meno perplessa”.

La storia dello Zambia è stata scritta con il rame, ma a guadagnarci non sono stati i minatori. Il 25 luglio 2006, nella miniera di rame di Chambisi, della compagnia statale “China Nonferrous Metal Mining” (CNMM), sei minatori sono stati feriti da arma da fuoco in un violento scontro tra polizia, lavoratori e proprietà causato, secondo i sindacati dei minatori, dal mancato aumento dei salari ai lavoratori della compagnia, tra i più sottopagati dell’industria del rame. Il sindacato ha accusato alcuni manager cinesi di aver sparato ai minatori, mentre essi sostengono che a sparare è stata la polizia. Il 27 luglio il lavoro nella miniera è ripreso, la polizia dice che i minatori sono stati feriti da “personale” della miniera, ma non ribadisce chi, mentre CNMM continua a sostenere la responsabilità della polizia. Il rame nel 2005 è stato protagonista in Zambia, grazie alle richieste di paesi stranieri quali Cina ed India, e lo Zambia è diventato il primo paese africano esportatore, ma a guadagnarci non sono stati i minatori. Oggi le imprese più forti sono la “Konkola Copper Mines” (che per il 51% appartiene ad una compagnia di Londra e per il 29% ad una delle Bermude), la “Mopani Copper Mines” (che per il 73% è di una impresa svizzera e per il 17% della “First Quantoum Minerals” di Vancouver) e la “Bwana Mkubwa Mines” (di proprietà totalmente della compagnia di Vancouver). Il prezzo del rame è oggi sei volte superiore al 2000, ma i minatori non se ne sono accorti.

SITUAZIONE POLITICA 2005: LUCI E OMBRE.

 

Nel suo notiziario di settembre 2005 la “Fondazione Giustizia e Solidarietà” di Roma ricordava che finalmente è stato firmato il Memorandum con la Conferenza episcopale dello Zambia che dà avvio all’utilizzo di un Fondo di 5 milioni di euro, finanziando interventi selezionati in quattro aree di intervento. É stato anche creato un Comitato di gestione composto da sette membri, la cui configurazione mette in evidenza il coinvolgimento del mondo missionario e delle ONG italiane, dal momento che di esso fanno parte la comboniana Suor Rita Oliva e Gianclaudio Bizzotto, del Celim di Milano.

Come evidenziava un’analisi di “Equilibri”, nonostante spaccature nel partito al governo e la presenza di correnti contrastanti, gli analisti non hanno dubbi sulla riconferma del presidente Mwanawasa alle elezioni del dicembre 2006. Nel vertice del G8 a Gleanagles del 6-8 luglio egli è riuscito a far inserire il suo paese nel pacchetto di misure volte a cancellare il debito estero di 18 Stati africani. Le passività in conto debiti dello Zambia sfiorano i 5 miliardi e mezzo di dollari, la crescita economica è stata del 4,6% nel 2004 e l’apertura di nuove miniere di rame (che con quelle di cobalto, uranio e gemme grezze danno il segno positivo della crescita del sistema economico) sono importanti risultati che Mwanawasa utilizzerà nella sua corsa al vertice dello Stato. Anche l’agricoltura ha conosciuto un’impennata storica, grazie alla diversificazione delle colture, alla vastità delle terre coltivabili e – caso eccezionale in Africa – all’abbondanza delle riserve idriche, consentendo al paese un significativo incremento nelle esportazioni.

Gli Stati Uniti hanno incluso lo Zambia fra i 15 paesi destinatari di aiuti supplementari per fermare la diffusione dell’AIDS, che colpisce il 16,5% della popolazione adulta, il doppio rispetto alla media dei paesi dell’Africa subsahariana. Vanno anche segnalate alcune ombre. Un programma di privatizzazioni e di apertura dell’economia nazionale al mercato mondiale ha agevolato da una parte l’appoggio delle organizzazioni internazionali e dei donatori ed ha attirato investimenti esteri (ben 167,5 milioni di dollari nel primo semestre del 2005, contro 37,9 nello stesso periodo del 2004), ma a causa dell’aumento dei prezzi (l’inflazione nel 2004 è stata del 18;9%), ha reso più gravoso l’accesso ai servizi da parte della popolazione più povera: il 63,7% vive con un dollaro al giorno e con un’aspettativa di vita alla nascita di 37,2 anni.

Fra le contraddizioni nel governo del paese c’è la severa politica nel campo dell’immigrazione, con l’obiettivo dichiarato di proteggere la propria forza lavoro, respingendo le migliaia di lavoratori stranieri provenienti dai vicini paesi africani, e questo nonostante l’aumento degli investimenti esteri che ha determinato un’impennata della domanda di manodopera che lo Zambia da solo non può offrire. Il pugno di ferro si è anche abbattuto suirifugiati ed è in corso il rimpatrio dei 200.000 angolani fuggiti in Zambia nei tre decenni di guerra civile, nonostante le lentezze ed il rifiuto degli stessi di abbandonare un paese che offre loro opportunità di lavoro, soprattutto nel campo dell’agricoltura, che in patria non avrebbero la certezza di ritrovare. Il governo esercita forti pressioni per risolvere la questione dei rifugiati e vorrebbe poterli rimpatriare tutti prima delle legislative del 2006.

20 ottobre 2005

 

Gabriele Smussi

2006: ANNO DI ELEZIONI

Circa quattro milioni di elettori sono stati chiamati alle urne il 28 settembre 2006, per eleggere tanto il loro presidente (elezioni presidenziali) quanto i loro consiglieri locali (elezioni regionali) ed i loro deputati (elezioni legislative). Le elezioni presidenziali in Zambia hanno visto principalmente il confronto fra il presidente uscente, Levy Mwanawasa, e Michael Sata. Levy Mwanawasa, 58 anni, in lista attraverso il “Movimento per una democrazia multipartitica” (MMD) si era candidato per un secondo mandato di cinque anni, appoggiandosi su un timido risveglio economico (crescita del 4,9% nel 2005 ed inflazione controllata), ottimi rapporti con i finanziatori internazionali e la promessa di continuare a lottare contro la povertà. Michael Sata, 69 anni, leader del Fronte Patriottico (PF), veterano populista della politica zambiana, molto popolare presso le fasce più sfavorite ed emarginate della popolazione, era l’altro candidato principale ed accusava il governo di aver svenduto le ricche miniere di rame del paese agli stranieri, in particolare ai cinesi, promettendo agli zambiani “meno imposte, più posti di lavoro e più denaro nelle vostre tasche”. Nel 2005, oltre alla soppressione di un’inflazione a due cifre e la crescita economica di quasi il 5%, c’è stata anche la riduzione del debito estero di circa 7,5 miliardi di dollari

Mentre i risultati delle preliminari ponevano in testa l’oppositore Michael Sata, il presidente uscente Levy Mwanawasa rimontava ed alla fine è stato dichiarato vincitore delle elezioni presidenziali, rieletto per altri cinque anni con 1.177.846 voti, ossia il 42,99% dei suffragi espressi, contro 804,748 voti (il 29,37%) di Sata. L’annuncio dei risultati ha creato una certa tensione nel paese, dove c’erano già stati scontri fra poliziotti e militanti dell’opposizione, che manifestavano la loro collera denunciando frodi a favore del presidente uscente. Essi avevano già inviato delle lettere di protesta al presidente della commissione elettorale, Ireen Mambilima, per richiedere di posticipare la comunicazione dei risultati fino al chiarimento delle accuse di frode. L’opposizione ha evitato di rivolgersi alla giustizia, ritenendo troppo lunghi i tempi per risolvere la questione. Gli osservatori internazionali, in modo particolare quelli dell’Unione Europea, dell’Unione Africana e del Commonwealth, hanno dichiarato che le elezioni sono state “libere e trasparenti”.

30 ottobre 2006

Gabriele Smussi

SITUAZIONE POLITICA 2007

Cascate Vittoria

Cascate VittoriaCascate Vittoria

Fra voglia di pace, pena di morte ed invito ad ostacolare esportazione di capitali

I leader di alcuni Stati dell’Africa meridionale hanno annunciato in agosto a Lusaka, durante il summit della Southern African Development Community (SADC) la prossima creazione di un vero e proprio contingente di pace, di circa 5.000 uomini, il cui operato si inserirà in un’ampia missione che coinvolgerà gran parte degli Stati africani. Il nuovo contingente dovrebbe contribuire al disarmo delle regioni afflitte dalle guerre civili, promuovendo iniziative di assistenza alle popolazioni delle zone più svantaggiate.

L’ex arcivescovo di Lusaka, Monsignor Milingo, presule esorcista, ha deciso di ritornare con il reverendo Moon, il fondatore della Chiesa dell’unificazione ed ha attaccato il maschilismo della chiesa cattolica. Milingo fu protagonista di una rottura con il Vaticano nel 2001 quando, entrato nella comunità di Moon, sposò la coreana Maria Sung. Ritornato nell’alveo della chiesa cattolica ed accolto da Wojtyla, l’a no scorso fuggì dalla casa in cui si trovava sotto tutela, per fondare negli Stati Uniti un’associazione di sacerdoti sposati.

In Zambia esiste la pena di morte ed ai circa 300 condannati del braccio della morte della prigione di Mukobeko a Kabwe, 150 km a nord della capitale Lusaka, è stato concesso l’utilizzo di Internet per comunicare con l’esterno. I condannati a morte sono isolati dal resto della comunità carceraria e le celle ospitano un numero di detenuti tre volte superiore rispetto allo spazio disponibile: Internet permette loro di ridurre l’isolamento e la sofferenza. Secondo l’amministrazione penitenziaria, alcuni carcerati aspettano nel braccio della morte da più di trent’anni. Il presidente dello Zambia, Levy Mwanawasa, ex-avvocato per i diritti umani, si è dichiarato contrario alla pena di morte e si è impegnato a non firmare nessun ordine di esecuzione. Salito al potere nel 2001 per il suo primo mandato e riconfermato nelle recenti elezioni, ha istituito una Commissione incaricata di rivedere la Costituzione e giudicare se sia possibile abolire la pena di morte. Mwanawasa, come veniva riportato dalla stampa in agosto, ha commutato in ergastolo le condanne a morte di 97 prigionieri ed ha rimesso in libertà 823 detenuti, decongestionando in questo modo diverse prigioni del paese. Preoccupato per le cattive condizioni di detenzione nel paese, ha invitato il Governo a studiare il modo per renderle più umane e sopportabili.

Come riferiva il giugno l’agenzia MISNA, il presidente dello Zambia ha chiesto con urgenza ai paesi membri del G8 di mettere a punto nuove leggi che rendano più difficile ai funzionari africani corrotti l’abitudine di nascondere i “bottini” delle loro pratiche nelle banche dei paesi più industrializzati del pianeta. La richiesta è arrivata in concomitanza con l’apertura in Germania del vertice dei Capi di Stato e di Governo degli 8 paesi più industrializzati del pianeta, ai quali il presidente Zambiano ha anche lanciato un accorato appello, chiedendo di semplificare le lunghe e complesse procedure che oggi i paesi africani devono affrontare per tentare di recuperare i fondi sottratti illegalmente e finiti nelle principali banche internazionali: “Non possiamo ricevere aiuti che poi, a causa della corruzione, tornano da dove erano partiti. Speriamo almeno che (i paesi ricchi) ci possano aiutare a riportare indietro quel denaro”, dichiarava Mwanawasa.

Novembre 2007, Gabriele Smussi

Situazione Politica 2008

Agli inizi di giugno 2008 Ekan Chingangu, un funzionario del distretto di Mazabuka (provincia meridionale dello Zambia), di ritorno dall’India, dichiarava a PANA che era stato firmato un accordo con la ditta indiana Shree Renuka, la quale si proponeva di investire circa 200 milioni di dollari nel settore dello zucchero nella provincia meridionale dello Zambia, molto spesso esposta ad una cronica penuria di tale prodotto e costretta a ricorrere a prodotti sostitutivi quali il miele e lo sciroppo di zucchero.

Un terreno sarebbe stato fornito all’impresa indiana, la quale come contropartita avrebbe garantito tanto la creazione di 6.000 nuovi posti di lavoro nel distretto quanto la messa a punto di un’impresa che oltre allo zucchero avrebbe prodotto anche etanolo ed elettricità, partendo dagli scarti della canna da zucchero. L’accordo prevedeva anche la costruzione da parte della ditta indiana di una scuola superiore e di un ospedale per la popolazione, che aveva enormemente sofferto per la povertà causata dalla mancanza di posti di lavoro nella regione. La ditta Shree Renuka è un importante produttore di etanolo in India, dove si aggiudica il 20% del mercato locale, produce zucchero (sia per il mercato indiano sia per l’esportazione) ed anche molta elettricità.

Il 30 ottobre 2008 quattro milioni di elettori sono andati alle urne in Zambia per designare il nuovo Capo di Stato, che resterà in carica fino al 2011 e dovrà far fronte al rallentamento della crescita del paese e diversificare un’economia largamente dipendente dal rame.

Le elezioni anticipate sono state organizzate in seguito al decesso per complicazioni vascolari cerebrali, in agosto 2008, del presidente Levy Mwanawasa. In Zambia la Costituzione prevede che vengano tenute elezioni entro 90 giorni quando si verifica un vuoto di potere.

Nella corsa alla carica suprema quattro candidati erano in lizza: il presidente ad interim Rupiah Banda, vice-presidente del defunto presidente; Michael Sata, il leader del principale partito di opposizione, il Fronte Patriottico (FP); Hakainde Hichilema, principale rappresentante del Partito Unito per lo Sviluppo Nazionale (UPND), il secondo più importante partito di opposizione; Godfrey Miyanda, ex vice-presidente del presidente Frederick Chiluba. Circa 6.500 osservatori stranieri e zambiani sono stati utilizzati in tutto il paese per vegliare sul buon svolgimento di uno scrutinio il cui risultato avrebbe potuto essere fonte di tensione ed anche imponenti forze di polizia sono state mobilitate, in quanto lo spettro del 2006 è ancora presente.

In quell’anno Michal Sata aveva rifiutato di riconoscere la vittoria elettorale di Levy Mwanawasa ed i suoi sostenitori si erano scontrati con le forze di polizia per quasi una settimana. Con il 40% dei suffragi il 71enne Rupiah Banda ha vinto le elezioni presidenziali in Zambia il 30 ottobre 2008, superando di poco l’avversario Michael Sata (38,1%). Candidato del partito al potere, il Movimento per una democrazia multipartitica (MDD), ha sostituito il presidente Levy Mwanawasa, morto il 19 agosto 2008, divenendo così il 4° presidente dello Zambia. Gli zambiani si aspettano che prosegua la politica di raddrizzamento economico (che ha consentito di stabilizzare la moneta nazionale e di contenere l’inflazione) e che sviluppi l’agricoltura in un paese che ricava la parte essenziale delle sue risorse dallo sfruttamento del rame. Dopo aver fatto carriera in ambito diplomatico (ambasciatore in Egitto e poi negli Stati Uniti negli anni 1960, prima di rappresentare lo Zambia all’ONU nel 1974), Banda nel 1975 è entrato nel governo come Ministro degli Esteri. Prima di sedere in Parlamento è anche passato dal Ministero delle miniere. Recuperato dalla pensione da parte di Mwanawasa, che il 9 ottobre 2004 l’aveva fatto diventare vice-presidente, Banda è stato sempre considerato una persona leale e timorata e la sua gestione abile nel periodo di transizione ha messo in evidenza le sue doti di Capo dello Stato.

“Pambazuka News” (il “Forum per la giustizia sociale in Africa”), nella sua edizione dell’11 dicembre 2008 annunciava che il crollo dei prezzi del rame avrebbe danneggiato le popolazioni povere. Il crollo dei corsi internazionali suscitava malessere in Zambia, uno dei principali produttori mondiali di rame, la cui crescita economica impressionante degli ultimi anni è stata strettamente connessa con l’esportazione del minerale. Dall’inizio della crisi di liquidità negli Stati Uniti il corso è sceso da un prezzo record di circa 9.000 dollari la tonnellata fra il 2005 ed il 2007 a circa 5.000 dollari la tonnellata e ci si inquietava all’idea che il rallentamento economico mondiale avrebbe comportato una diminuzione della domanda. Secondo Oliver Saasa, professore di economia all’Università di Zambia, la riduzione del prezzo del rame si ripercuoterà sulla prestazione di servizi sociali: “a causa di questo il nuovo governo subisce forti pressioni”.

Notizie prelevate dal sito www.svibrescia.it